Mr Miracle, Salvare la vita di un dio

Ho finito da pochissimo la Miniserie di Tom King e Mitch Gerards sulle avventure di Mister Miracle, alias Scott Free, mirabolante genio della fuga creato da Jack “The King” Kirby durante la gestazione del suo quarto mondo. L’ opera di Tom King prende questo dio, questo super eroe e ne deostruisce la figura, rendendolo non solo terribilmente e fascinosamente umano ma, denotando una raffinatezza nello scrivere e nel saper narrare che è tutto, meno che scontata. Sono rimasto a dir poco folgorato dallo storytelling applicato a Mister Miracle, accompagnato in maniera poetica dalle vignette di Mitch Gerards che, con una gigantesca sequenza “lineare” in vignette, non dona solo dinamicità e coerenza al racconto ma, ne travalica i confini, spingendolo sempre un passo al confine fra la realtà è la fantasia.

Ci sono alcune tavole che, senza parlare, solo con il movimento del viso dei protagonisti o dei personaggi, riescono a trasmettere emozioni pure, sentimenti che fanno da ponte fra, chi legge e chi ha scritto e disegnato l’ opera, un merito questo che è raro trovare e che, in questo caso, serve ancora di più ad empatizzare con il lettore.

Si perché se nella struttura raffinata creata da King e Gerards vi sono molteplici chiavi di lettura, quasi sempre affidate alla libera interpretazione del lettore, dall’ altra, sono evidenti i temi non solo super eristici ma, filosofici in cui l’ autore va imbattendosi più e più volte durante il corso del racconto e, di come questi gli stiano a cuore. Il personaggio di Scott che da bravo artista della fuga, non tenta invece mai di scappare da ogni scelta o decisioni gli si pari davanti, subendone poi le conseguenze ma, crescendo passo dopo passo, accettando quella parte di se che tanto lo ha tenuto ancorato nell’ oblio, accettare e saper perdonare le colpe di un padre e le torture subite da un altro. C’è tanto, tantissimo in questo Mister Miracle, forse molto di più di quanto ad una prima lettura io non abbia colto ma, posso assolutamente dire di esserne rimasto folgorato, magicamente rapito e completamente entrato in sintonia con quanto provato dal protagonista.

Ci troviamo di fronte ad un’ opera che non solo ha una trama densa e ricca di avvenimenti ma che, consapevolmente, spinge il lettore a domandarsi perché il protagonista fa quello che fa, ci spinge a comprenderlo, a scavare a fondo nella sua anima, tanto quasi da toccarla.

Il caro e vecchio Darkseid sicuramente, non è un padre modello.

Oltre a questo Tom King gioca con una consapevolezza unica, quella di poter dare al lettore varie chiavi di lettura che, non infastidiscano ne il ritmo, ne la piacevolezza  di leggere una storia spettacolare e ricca di bei momenti, anche di sana e densa scazzottata. 

Un esempio lampante di scena intensa

Resta evidente e palpabile però l’ intento di scavare e deostruire la figura di questo supereroe/dio, di navigare fra la sua depressione e fra i suoi dolori ma, anche fra le sue gioie, con qualche dialogo che, di fatto, è entrato a mio parere già nell’ olimpo del mondo dei fumetti.

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